Stare a casa e la vita da punk rocker
Stare a casa e farsela passare non è semplice. Le notizie ci bombardano da ogni dove - alcune vere, altre meno attendibili – e mentre sono sempre più convinta che “non sta andando affatto bene”, parte la sfida alla migliore serie TV da guardare, al videogame più avvincente da giocare oppure, per quei pochi che ancora lo fanno, al libro più interessante da leggere.
Alcuni hanno perfino messo in piedi, o meglio, preso in mano una scopa per la prima volta e azzardato delle pulizie pre-primaverili, ma il passatempo preferito durante queste serate, rimane quello di bersi le birrette davanti a una telecamera.
Stare a casa diventa ancora più difficile per un punk rocker. Per quei pochi esemplari rimasti, è fondamentale riuscire a sfogarsi sopra a un palco: urlare in un microfono, dimenarsi dietro una batteria e incastrare accordi con una chitarra.
Altri il palco lo guardano dal basso e bramano qualche spallata tenendo in equilibrio un drink, oppure riuscire a muovere la testa a tempo quando il drink è finito.
In ogni caso l’obiettivo è quello di godersi un buon concerto e divertirsi.
Stare a casa rode parecchio; i pochi live club ancora in vita hanno chiuso i battenti e ogni singola data di piccoli/grandi gruppi, organizzata con dedizione e pazienza, viene sciacquata via come sapone sulle mani.
La voglia di buona musica è rimasta e ha avuto la meglio anche in questo periodo, così ognuno si è dato da fare per tirare fuori la propria anima punk rock.
È così che sui social hanno iniziato a spuntare video di cover in versione acustica e elettrica, anteprime di nuovi pezzi e consigli su band da ascoltare.
Stare a casa ha reso i punk rocker più sobri e ingegnosi. Così è partita NoReason Booking con lo slogan:
“Un mese senza concerti è l'occasione per scoprire/ascoltare musica/band sia vecchie (più di nicchia magari) che più recenti"
creando l’occasione per acculturare e far conoscere qualche gruppo davvero valido.
Poi è stata la volta dei Viboras, band milanese molto attiva sui palchi e sui social, che ha colto l’occasione per far partire una challenge a colpi di chitarra, nominando altri gruppi per riempire il web di musica del genere.
L’ultima idea è venuta a Sorry Mom, che ha ideato lo #StayAtHome Festival, un vero e proprio festival dove ogni giorno il rappresentante di uno o più gruppi si esibirà in diretta su una piattaforma in streaming.
Stare a casa può significare uscire dagli schemi, reinventarsi e scoprire qualcosa di nuovo oppure di diverso.
Funziona per il punk rock e funziona per qualsiasi altra cosa; una passione aiuta a far passare il tempo, aiuta a migliorarsi e magari a far migliorare anche gli altri.
Alla fine di questa quarantena forse le abitudini cambieranno e la gente si sarà stancata del solito, vuoto pop o della dance assordante. Potrà aver bisogno di una vera scarica di adrenalina e di pensare in modo differente.
Chissà che anche ai concerti non si veda qualche faccia nuova!